“106 anni dopo la sua morte, San Francesco Spinelli ci vede qui riuniti per la sua festa liturgica da Santo. Basta! Non c’è più altro da fare… basta feste:
è ora che la vita sprigioni il frutto!”
Con queste parole il nostro Vescovo Mons. Antonio Napolioni, ha introdotto l’omelia della Celebrazione Eucaristica tenutasi presso la Casa Madre delle Suore Adoratrici. “La Santità deve essere come un boomerang” – ha continuato – “ora torna a noi! Arrivati in cima alla montagna ora tocca a noi risalire la nostra. Dobbiamo lasciarci colpire noi, trafiggere il cuore, coinvolgere davvero, non rimanere all’esteriorità.”
Forse la scia di questo boomerang inizia già a vedersi e, se facciamo attenzione, possiamo seguirla. La sua forza la prende indubbiamente da un luogo speciale per le suore Adoratrici: la casa Santa Maria. Proprio in questa casa il Vescovo Antonio ha voluto fermarsi per celebrare i Vespri e salutare le sorelle più anziane. A loro ha rivolto un messaggio speciale: “Senza casa Santa Maria, non ci sarebbe Casa Madre”. La loro preghiera e la loro offerta quotidiana, anche nella sofferenza, è energia che circola in tutto l’Istituto, in tutta la Chiesa. Se questo boomerang può volare è misteriosamente anche per le loro vite.
La scia continua e si ferma presso la Casa Madre. È attorno all’altare e al corpo di San Francesco Spinelli che il Vescovo, assieme a tanti sacerdoti, ha celebrato l’Eucarestia. A fare d’assemblea una chiesa gremita. Tante suore, per le quali la celebrazione è stata davvero “ringraziamento”, ma anche tanti laici a testimoniare l’affetto per la nostra Famiglia religiosa e per questo nuovo Santo donato alla Chiesa.
La scia non si è fermata qui, ma si è come irradiata in più direzioni. Almeno qualche traccia vale la pena seguirla. Qualcuna è volata più vicino: a Gravedona, ad esempio, sulle montagne del lago di Como, dove è nata una nuova Unità Pastorale, il cui protettore è proprio San Francesco Spinelli. Qualcuna scia ci porta ancora più lontano: l’esempio più bello ci è arrivato, via social, dalla Parrocchia di Nuestra Señora de los Dolores di Trenque Lauquen, in Argentina. Qui, i più giovani, stanno andando a missionare. Per la loro missione si sono affidati al nostro San Francesco. Tante altre scie hanno toccato la vita dei più piccoli: i bambini della scuola di Ndoumbi, in Camerun, ma anche il gruppo dei ministranti di Bianchi e Colosimi (Calabria) e gli studenti di Casa Famiglia, a Modena. Tutti hanno conosciuto la vita del nostro Fondatore e hanno scoperto che la santità è un sogno regalato anche a loro.
L’elenco potrebbe continuare ma basti la gallery per vedere i tanti colori, sorrisi, volti, che hanno incrociato la santità di San Francesco Spinelli.
Non ci rimane che prendere sul serio le parole del Vescovo Antonio: dobbiamo lasciarci colpire noi, trafiggere il cuore, coinvolgere davvero, non rimanere all’esteriorità e questo dono della santità sarà anche per noi.
Leggi il benvenuto di Madre Isabella