Non poteva esserci giorno migliore che la solennità del Corpus Domini per aprire il XVII Capitolo Generale delle Suore Adoratrici. Non a caso è stato scelto proprio questo giorno in cui si fa memoria del Corpo di Cristo per avviare un nuovo tratto di strada all’insegna della ricerca della volontà di Dio sull’Istituto fondato da san Francesco Spinelli. Le 25 suore capitolari, insieme alla comunità di Casa Madre e alle altre comunità presenti a Rivolta d’Adda, hanno celebrato l’Eucaristia presieduta da mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona. Sotto un cielo azzurissimo, come ad assicurare lo sguardo celeste sui passi che si vanno compiendo, le suore capitolari sono entrate in chiesa in processione partendo dal chiostro, davanti a mons. Napolioni e a don Flavio Meani, che ha concelebrato la messa.
Il saluto di madre Isabella ha ricordato che “l’Eucaristia, corpo di Cristo, è il centro della Chiesa e della vita di ogni persona e noi ce ne nutriamo per diventare sempre più quel corpo di Cristo che è la Chiesa”. E l’evento capitolare vuol proprio aiutare le Adoratrici a riflettere ancora una volta, sotto il soffio potente dello Spirito, sulla comunione come verità della vita, sul nostro “essere uno” come il dono e il compito affidato al cristiano perché il mondo creda.
Mons. Napolioni nella sua omelia ha continuato sullo stesso binario, prendendo in prestito la chiusa della Lettera Circolare n. 38, scritta da san Francesco Spinelli alle sue suore nel 1910 e che ha segnato i passi della preparazione al Capitolo. Il Vescovo ha sottolineato la frase finale, lì dove padre Spinelli saluta le suore con un “vi benedico con la massima effusione del cuore”. “È il DNA dell’Eucaristia la benedizione”, ha continuato mons. Antonio, “una benedizione che trasforma il mondo”. “Effusione”, quella dello Spirito la sera di Pentecoste, come quella del sangue sulla croce per inaugurare una vita radicata nella Pasqua, fa rima con “trasfusione”. È la trasfusione di chi accoglie il dono continuo dell’amore di Gesù, se ne lascia impregnare e lo passa, lo trasmette, lo dona, lo condivide. Proprio come san Francesco ha fatto con le prime suore e alle Adoratrici di oggi è chiesto di fare con le nuove generazioni che verranno.
“Effusione” fa rima anche con “diffusione”, quella del Regno, del vangelo, del carisma, senza trionfalismi, ma con la forza di chi si sente mandato. Effusione del cuore, condivisione, apertura, dono e consegna reciproca: atteggiamenti chiave che il Vescovo consegna alle capitolari per fare esperienza dello “Spirito che dilata l’anima, fa riscoprire la bellezza dell’essere famiglia, lascia che Dio possa compiere l’opera che ha iniziato in noi”.
Il cuore vibrante di fronte alla benedizione di un momento così pregno di Spirito ha gioito fino a sciogliersi in un tipico urlo congolese quando – subito dopo l’omelia – madre Isabella ha letto la formula di solenne apertura del XVII Capitolo Generale.
Al termine della messa, dopo i saluti commossi e pieni di auspici gioiosi, le sorelle capitolari sono partite per Lenno.
Già da questa sera inizia il grande silenzio degli esercizi spirituali, guidati da suor Francesca Balocco. Nel silenzio, nella meditazione, nell’ascolto e nella preghiera non c’è altro desiderio che lasciar vivere nel profondo del cuore “la massima effusione” della benedizione e dello Spirito. Tutto il resto tace, perché da questo momento sia Lui l’unico, vero, indiscusso protagonista.