È ricominciato l’Adora on the road.
La prima due giorni ha visto noi giovani in viaggio verso la città di Cremona.
Ad aspettarci a Bozzolo don Umberto, vicepostulatore della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari, pronto a raccontarci la grandezza di quest’uomo.
Le parole caratterizzanti sono state: coraggio, coerenza, coscienza e libertà. Una personalità, quella di don Primo, che ha precorso i tempi e che, come ci è stato fatto notare, ha ancora molto da dire a tutti noi.
La mattinata si è conclusa con la visita alla Chiesa dove don Primo è stato parroco per diversi anni e una preghiera sulla sua tomba che porta la scritta: “Et ego non sum turbatus te, Pastorem, sequeris” (e io non sono turbato seguendo te, Pastore). In ogni sua azione, infatti, don Primo è sempre stato certo di aver agito nella volontà di Dio, a partire dalla sua “obbedienza in piedi”.
Dopo aver pranzato in fraternità, nel pomeriggio ci siamo recati a Vescovato dove ad attenderci questa volta erano le sorelle Rivoltini. Doveva essere una visita a una “fabbrica” del torrone eppure l’ingresso è stato attraverso una casa… ci si è sentiti subito accolti, come in una grande famiglia.
Monica ci ha raccontato che tutto è cominciato con il nonno che lavorava il cemento, poi un piccolo spazio dietro casa dove preparare del torrone di è trasformato in una dolciaria…e così l’attività è passata al papà Rivoltini ed ora alle tre figlie. Gli assaggi sono stati gustosi e inconfondibili, ma ancora di più lo è stato il fatto che in questa storia è entrato anche Nicholas, il nipotino autistico. Un’esperienza sempre più grande.
Dal torrone siamo passati al torrazzo, la seconda T di Cremona, dove don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano dell’Ufficio Beni culturali, ci ha prima raccontato del battistero che si affaccia sulla piazza del comune.
La salita al torrazzo è stata piena di sorprese: dalla spiegazione dell’orologio astronomico, alla possibilità di osservarlo da vicino, fino all’incontro con Alessandro che ci ha spiegato i vari meccanismi dei sistemi di misurazione del tempo più antichi.
Per ultima… la vista mozzafiato di una Cremona illuminata dalla parte più alta della torre.
Le gambe ancora tremavano per i tanti gradini quando siamo arrivati a “Casa mia”, la casa delle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento.
Ad accoglierci Suor Oliva, Suor Lucia e Suor Agostina con la piccola Sofia.
Suor Oliva ci ha raccontato dell’esperienza di questa casa allargata, aperta da poco, che accoglie donne e ragazze che han finito il loro percorso a Marzalengo, comunità di recupero.
Dopo una cena sostanziosa, una caccia al tesoro organizzata appositamente per noi da Sofia e un momento in compagnia, ecco il momento clou di questi due giorni: l’adorazione notturna.
Noi giovani ci siamo alternati durante tutta la notte in adorazione silenziosa fino arrivare al mattino quando abbiamo recitato insieme le Lodi prima della riposizione del Santissimo.
A concludere… la messa nella parrocchia di San Michele e il rientro a casa. Una due giorni come al solito fantastica!!!