Suor Serena Lago, suor Silvia Baglieri e suor Veronica Dossi. Questi i nomi delle tre nuove Suore Adoratrici che dal pomeriggio di domenica 7 giugno vanno a ingrossare le fila delle figlie di san Francesco Spinelli. Nella basilica di Rivolta d’Adda, in un clima surreale, fra distanze, mascherine e guanti, l’amore del Signore ancora una volta ha dimostrato di non avere paura delle seppur necessarie precauzioni che ci tengono lontani gli uni dagli altri.
Le tre suore, dopo il tempo di noviziato, forzatamente prolungato a causa del lockdown, hanno potuto finalmente consegnare ufficialmente la loro vita a Dio con la prima professione. Davanti ai sacerdoti, alle consorelle, ai parenti, hanno pronunciato i loro voti di povertà, castità, obbedienza per un anno, come prevede il cammino formativo nella vita religiosa. Il celebrante, fra Enzo Maggioni, dei Frati Minori, ha loro ricordato che in mezzo alla conta dei contagi, alle leggi e alle prospettive future relative al COVID-19, oggi risuona forte una voce: «nulla vada perduto!». E nulla andrà perduto perché avvolto nell’abbraccio della Trinità; nulla andrà perduto perché è già parte della vita eterna. In questo orizzonte grande di speranza, la professione semplice di Serena, Silvia e Veronica è «la risposta all’offerta di comunione di Dio nella nostra vita. Una comunione che può diventare il senso stesso della vita, consegnata all’amore a Dio e ai fratelli». Si può vivere così – ha continuato fra Enzo – perché Dio è un noi, non un io. E la vita in lui è una proposta, non è una pretesa; è un dono, non un diritto; è una responsabilità, non un’autoaffermazione». In questa logica, ha ricordato alle tre nuove suore, «siete qui per consegnarvi e basta, per essere il luogo dove il Signore si manifesta, persone donate al Signore per la vita del mondo».
Ascolta l'omelia di Fra Enzo Maggioni
Silvia e Serena, siciliane rispettivamente di Modica e Avola, e Veronica, proveniente da Treviglio, sono oggi il segno concreto della fedeltà di Dio che continua a chiamare per trovare cuori disponibili a lasciarsi riempire dalla sua comunione, dal suo amore, dai suoi stessi sentimenti.
Il corona virus, con la sua presenza subdola, non ha permesso rinfresco e abbracci, ma non ha certo potuto limitare la forza dello Spirito e la gioia traboccante di tre giovani vite consegnate all’Amore.