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Il Vangelo nella notte

“Chi sei tu, Signore?”
“Chi sono io?”

Due domande che valgono il cammino di una vita, di una vocazione…di una storia cominciata duemila anni fa e ancora non conclusa. Una storia ancora da ascoltare, interrogare, per lasciarsene coinvolgere.
Era questo lo scopo di Marco quando, decine di anni dopo la morte di Gesù, il Nazareno, scrisse il suo Vangelo: introdurre i catecumeni nel Mistero “di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1.1).
Con la guida di don Matteo Crimella, biblista milanese, abbiamo vissuto un’esperienza “battesimale” e abbiamo ripercorso la storia di Gesù fino a riconoscerlo Messia e Figlio di Dio. Lo abbiamo fatto attraverso la lettura integrale del Vangelo di Marco, seguendo l’intuizione del benedettino Benoit Standaert. Una liturgia della Parola estesa lungo tutta la notte, e che continua e prende carne nella liturgia eucaristica: attorno alla Parola fatta pane ci siamo sentiti Chiesa, uniti nel mistero della comunione, chiamati da quella Voce che continua ancora a desiderare l’incontro con gli uomini e le donne di ogni tempo. Abbiamo incontrato Gesù tra le strade della Palestina, lo abbiamo seguito nei suoi incontri, ci siamo lasciati spiazzare dalle sue domande e dalle sue parole, ci siamo ritrovati nei timori e nei dubbi dei discepoli davanti alla Pasqua, ci siamo sentiti annunciare: “Non è qui, andate a cercarlo altrove!”. In quell’ “andate in pace” che ha chiuso la notte e l’ha riaperta sulla vita: novità e verità di una storia che non è racconto, ma è vita vera.
Ogni ora, a partire dalle 21, è stata scandita dalla proclamazione della Parola, un breve commento, il silenzio per la meditazione personale, la condivisione, fino a quando, giunti all’ultima parte del Vangelo di Marco, nel cuore della notte la liturgia della Parola ha ceduto il posto a quella Eucaristica, sfociando nell’ “adesso” della celebrazione attraverso l’offerta delle nostre vite di discepoli imperfetti e la consacrazione, per rinnovare il Mistero della presenza del Signore fra i suoi. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (cf canone IV della preghiera eucaristica) e continua a darlo ogni giorno, nei suoi sacramenti, che annullano la distanza temporale e ci gettano nella Sua storia.

Questa “folle” esperienza di una notte è stata un dono prezioso per tutti, richiamati attorno al Signore come discepoli, ripartiti verso le nostre Galilee, grazie alla potenza del Vangelo, come sorelle e fratelli.

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