1 febbraio 2024, giornata sacerdotale
“Maschio e femmina lì creò”. È il tema della relazione tenuta dalla teologa moralista Gaia De Vecchi in occasione della Giornata sacerdotale vissuta a Rivolta d’Adda, in Casa Madre delle Suore Adoratrici, giovedì 1° febbraio. Il primo atto delle proposte in calendario per la festa del fondatore dell’Istituto religioso, san Francesco Spinelli, che ricorre il 6 febbraio.
Un momento bello di Chiesa che ha visto il riunirsi a Rivolta di oltre 50 sacerdoti provenienti dalle diocesi in cui le Adoratrici sono inserite: Cremona, Crema, Modena-Nonantola, insieme anche ad alcuni religiosi.
La giornata è iniziata con l’accoglienza e la relazione della teologa che ha concentrato la riflessione sulla complessità delle relazioni maschio-femmina. A partire da Genesi 1-3, la professoressa De Vecchi ha accennato gli sviluppi del rapporto maschile/femminile nel corso della storia della Chiesa. L’analisi si è poi spostata sull’oggi, in cui sono proposti modelli sviluppati nei secoli precedenti, non più in grado di contenere la complessità del presente. Spesso si restringe il campo della relazione maschile/femminile al piano della coppia, ma questa modalità si rivela escludente, in quanto non considera il piano comunitario nel quale tutti sono chiamati a vivere le relazioni. Quale nome dare a questo nuovo modello, più aperto e comprensivo di tutte le sfaccettature della nostra realtà? La professoressa De Vecchi non ha lasciato risposte o ricette preconfezionate; ha piuttosto indicato un punto di partenza per un partecipato dibattito, segno della pregnanza dell’argomento, ormai realtà quotidiana anche nelle nostre Chiese.
I partecipanti hanno poi celebrato insieme l’Eucaristia, presieduta da don Giampaolo Maccagni, vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale della Diocesi di Cremona. Nell’omelia don Maccagni ha sottolineato come san Francesco Spinelli possa essere una luce per i sacerdoti di questo tempo, per vivere appieno l’oggi, perché possano riportare sempre tutto non a sé, ma a Lui, nell’Eucaristia. «Il lamento quando le iniziative pastorali non funzionano o hanno poco successo può risuonare sulla bocca dei preti con queste parole: “Non mi è rimasta che la Messa”. Un’espressione di san Francesco, che sembra dire ai sacerdoti: Ti sembra poco? L’Eucaristia è tutto! È la sorgente: celebrare e vivere l’Eucaristia è il centro e il cuore di tutta la vita sacerdotale. Il Signore ha chiamato i preti a preparare la tavola ogni giorno, a chiamare ogni giorno, come un padre, i componenti della famiglia e dire: C’è pronto! Venite puntuali!». «Proprio questo – ha continuato Maccagni – è il senso dell’essere preti, dell’essere cristiani. Perché essere cristiani significa alimentarsi di Gesù e così, vivere di Lui». Come riecheggia dalle letture proprie della festa di san Francesco Spinelli: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”. Sì, vivere di Lui.
La giornata sacerdotale si è conclusa con un pranzo in fraternità.
3 febbraio 2024, giornata eucaristica
La sera di sabato 3 febbraio nella chiesa di Casa Madre la comunità con i numerosi presenti si sono riuniti attorno all’Eucaristia, per fare memoria della santità di don Francesco Spinelli.
Insieme a lui e ai discepoli si è voluto percorrere e vivere l’incontro con il Risorto, prefigurato nella vita di Gesù nell’episodio della trasfigurazione. I presenti, ciascuno proveniente dalla propria casa o comunità, hanno accettato l’invito a mettersi in cerca del Suo volto trasfigurato, quello stesso volto che ha illuminato lo sguardo di san Francesco. Egli, davanti all’Eucaristia, ha permesso che il suo sguardo si trasformasse, per vedere nel sacramento del fratello questa stessa gloria di Cristo. Dopo aver gustato questo stare trasfigurante, il Signore consegna a ciascuno l’invito a scendere dal monte e vivere di questo Amore. È come se in ogni giorno della sua vita don Francesco avesse acquistato un biglietto andata e ritorno per il monte Tabor, vivendo così di questo Amore contemplato e ridonato.
Acquistiamo anche noi questo biglietto per percorrere, per intercessione di san Francesco Spinelli, strade di santità e pienezza nell’Amore del Signore!
5 febbraio 2024, giornata mariana
La giornata mariana è iniziata con la celebrazione eucaristica presieduta da don Francesco Gandioli, vicario della parrocchia di Rivolta d’Adda.
“Maria nella liturgia” è il titolo della riflessione che ci ha donato dopo la celebrazione. Con maestria e competenza, alla presenza anche di numerosi parrocchiani, don Francesco ha presentato un itinerario per comprendere come e perché sia così discretamente silenziosa ma centrale la presenza di Maria nella liturgia. Ci ha condotti attraverso documenti della Chiesa, prefazi, parti del messale, collette e testi dei Padri della Chiesa. Maria c’è. La sua presenza nella liturgia non è una presenza a sé stante ma è inscindibile dal mistero di Cristo, suo Figlio. Ha infatti affermato: “Il posto di Maria è tra Cristo e la Chiesa, con Cristo e con la Chiesa, strettamente unita a Cristo e alla Chiesa”.
Ha poi aggiunto: “Se Maria c’è stata nella vicenda di salvezza di Cristo, non può mancare, non può non essere presente in quella esperienza attuale di salvezza che è la liturgia”, aiutandoci ancor di più a comprendere l’intimo legame che aveva san Francesco Spinelli con Maria.
La giornata si è poi conclusa con la preghiera del rosario, chiedendo a Maria di intercedere per noi, rivolgendoci a lei con le parole confidenziali di san Francesco. Lei che è la nostra più potente interceditrice, madre del buon pastore, lei che chinò il capo ai voleri divini, la più dolce e la più tenera fra tutte le madri e madre della buona speranza interceda per noi, per le nostre comunità e per le nostre famiglie.
San Francesco, come Maria e con Maria, ha imparato a “riconoscere che il Signore ha una via sulla propria vita, sulla propria esistenza. Si tratta allora di camminare, di fare questo cammino, che è il cammino di tutti: si tratta di mettere in conto le difficoltà, che variano a seconda dei luoghi, delle circostanze, delle epoche della storia… ma sapendo che il Signore ha una via, che sorregge e dà senso al nostro cammino”.
6 febbraio 2024, solennità di san Francesco
Grande solennità a Casa Madre! La giornata inizia con la Messa celebrata dal vicario di Rivolta, don Francesco Gandioli. Nella sua omelia ha presentato i santi “come una possibilità, la possibilità della santità per ciascuno di noi”. E quando i santi sono “di casa nostra, perché non abitano i luoghi che abitiamo anche noi, la vocazione della santità ci sembra più vicina, più accessibile”. “Essere santi sull’esempio di padre Spinelli – ha continuato don Francesco – è essere chiamati ad essere credenti in questo mondo e in questo tempo, che ci è dato proprio per essere credenti, per riconoscere la benedizione di Dio e ricevere tutto come una benedizione di Dio per noi”. C’è uno stile con cui abitare il nostro mondo che don Francesco oggi ci consegna, con le parole dell’apostolo Pietro della Seconda lettura: “Con dolcezza e con rispetto”. È l’atteggiamento di chi “non ha bisogno di rivendicare un posto privilegiato, non ha la pretesa di essere riconosciuto o la presunzione di essere migliore”. È la santità nascosta “di chi accetta di occupare l’ultimo posto o di sembrare irrilevante”, ma standoci con dolcezza rispetto. Come ha fatto Gesù, come ha fatto san Francesco Spinelli.
La giornata è proseguita con un’ininterrotta processione di fedeli che hanno voluto rendere omaggio e affidare le proprie invocazioni all’intercessione del Fondatore. Tra le tante visite, particolarmente gradita quella delle sorelle Sacramentine di Bergamo, segno di una comunione viva e di una fraternità che, alimentata all’unico Pane di vita, si rafforza sempre più.
Culmine della giornata è stata la solenne concelebrazione eucaristica alle ore 18.00. La chiesa gremita ha accolto il vescovo di Crema, mons. Daniele Giannotti, con una decina di sacerdoti concelebranti. Madre Isabella nel suo saluto a ringraziato tutti i presenti per aver voluto “condividere la gioia di avere un santo fra noi, la cui vita ricorda che Dio ogni giorno scolpisce in noi la Sua vita e ogni incontro con Lui ci lascia un sapore di eternità”. Assicurando la preghiera ininterrotta soprattutto per i sacerdoti, la Madre ha auspicato che su tutti “possa scendere la benedizione del Signore per diventare anche noi capaci di benedizione”.
Mons. Gianotti nella sua omelia ha concentrato la riflessione sul vangelo proclamato, una pericope tratta da Gv 6. E chiedendosi da dove nasce l’aspra discussione sul pane di vita tra Gesù e coloro che lo ascoltano, il vescovo Daniele ha ipotizzato una risposta. È “il paradosso della debolezza di Cristo, è lo scandalo della carne e del sangue che presenta un Dio fragile, da cui ci viene indicata la strada della debolezza”. San Francesco Spinelli nella sua vita ha accolto la debolezza radicale di Dio che si rivela nel modus vivendi dall’incarnazione, fino alla passione, fino a farsi pane per tutti. “Ancora più arduo da comprendere – ha continuato mons. Daniele – è la debolezza della vita tribolata, è il farsi carne e sangue nell’umanità debole dei fratelli più poveri, in cui scorgere il volto di Cristo”. Padre Spinelli è riuscito a fare di questo passaggio, dall’incarnazione al povero, lo stile della sua vita. E così, anche nella sua vita ha potuto agire lo Spirito che ha reso presente “la vita piena passa per il sangue e la carne di chi si è donato per la vita e la salvezza del mondo”.
Al termine della messa, animata in modo magistrale dal maestro Ivan Losio con il coro da lui guidato, il Vescovo e i concelebranti si sono recati al sacello del Padre. E, come è tradizione, a lui hanno affidato tutte le intenzioni dei presenti, dell’Istituto, della Chiesa e del mondo.