Ha visto la partecipazione di circa 120 Suore Adoratrici e una ventina di membri della Fraternità Eucaristica. Il convegno, organizzato all’interno del calendario di eventi per il centenario della morte di Don Francesco Spinelli, ha messo a fuoco il carisma lasciato in eredità dal Fondatore al suo Istituto: il carisma dell’accesa carità, dell’Eucaristia che si fa servizio, ha ancora senso oggi? Ha ancora qualcosa da dire o può essere considerato ormai anacronistico?
Hanno dato una risposta la professoressa Isabella Guanzini e mons. Ennio Apeciti, nei loro graditissimi interventi.
La mattinata si è aperta con il saluto di madre Camilla Zani, Superiora generale, che ha ricordato alle suore presenti l’esigenza di ravvivare la comunione e rinnovare l’amore, per testimoniare il Signore che è accesa Carità, amore sconfinato e gratuito.
Nella preghiera poi, animata da sr Luisa Alborghetti e accompagnata all’armonium da sr Mariagrazia Girola, l’invocazione allo Spirito ha riempito il salone del centro di spiritualità del santuario di Caravaggio.
Ascolta il Saluto di madre Camilla Zani
MANCANTE
È stato quindi il momento della professoressa Isabella Guanzini, cremonese, insegnante alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. A lei il compito di tracciare uno spaccato del mondo contemporaneo, offrendo linee di lettura oggettive e profetiche nel medesimo tempo. E quindi la Guanzini doveva tentare una riposta alla domanda di significato del carisma dell’adorazione-carità lasciato dal Beato Spinelli alle sue figlie: è un carisma ancora attuale per l’uomo e la donna di oggi?
La relatrice ha presentato una lettura dell’oggi partendo da dati molto concreti che dicono una situazione di fondo che ella ha definito “l’oggi malinconico”, un tempo in cui l’uomo è senza speranza e quindi senza fiducia nel futuro e, di conseguenza, nel presenta. Ancora, è un tempo nel quale è caduto il simbolico e non c’è più uno sguardo che ci precede, che ci accompagna e dal quale siamo conosciuti. L’uomo è profondamente solo e alla ricerca di un qualcosa che possa colmare il suo vuoto.
Lo stile cristiano, lo stile eucaristico consegnato al carisma dell’accesa carità può essere una risposta profetica. In particolare, notava la Guanzini, il Tabernacolo è il luogo dove l’uomo può per certo sapere di non essere solo, è il luogo nel quale le persone possono essere sicure di poter spostare su un Altro il peso del proprio vivere. Accanto al valore grande della contemplazione, la professoressa evidenziava anche l’altro aspetto del carisma spinelliano, la carità. E, parlando dei poveri, non ha esitato a definirli come coloro che possiedono una vera autorità, coloro ai quali le Adoratrici devono obbedienza perché “l’unica autorità oggi riconosciuta da tutti è quella dei sofferenti”.
Ascolta Prof. Isabella Guanzini – prima parte
Ascolta Prof. Isabella Guanzini – seconda parte
La mattinata è poi continuata con la presentazione della seconda tappa del percorso spirituale offerto alle Adoratrici e ai membri della Fraternità Eucaristica. Tema di questa proposta è stata la morte del Fondatore: testimonianze, lettere, inediti del tempo hanno portato a riflettere, non senza commozione, sul passaggio del padre Spinelli da questa vita alla vita eterna. Momenti di profonda emozione ha dunque accompagnato il lavoro attento e profondo dei membri della commissione centenario nell’atto di condividere gli studi e il lavoro fatto sul tema della morte del Fondatore che, si scrive nelle testimonianze, non sembrò una vera morte, ma “sembrava che dormisse”.
Il pomeriggio si è aperto con la presentazione in anteprima del nuovo inno del Beato Francesco Spinelli, scritto dal m. Federico Colombo, dei Carisma di Como. Più che un inno di lode a Don Francesco, il nuovo canto, eseguito dallo stesso autore, è una preghiera, un inno di lode a Gesù. Forse proprio quello che Don Francesco avrebbe scelto: non una lode per lui, ma un benedizione continua a Dio!
Il microfono è quindi passato a mons. Ennio Apeciti, Responsabile dell’Ufficio per le cause dei santi della diocesi di Milano. Il sacerdote, conoscitore del Beato Spinelli, ha aiutato a rileggerne la figura incastonandolo nella sua epoca storica, da cui fu profondamente segnato ma non schiacciato. Con freschezza nuova, mons. Apeciti ha mostrato un Don Spinelli vivo, attuale, capace ancora oggi di parlare agli uomini, di ridire l’unicum necessarium: quell’amore che fu l’unico motivo della sua vita. Con attenzione critica ai suoi scritti e un collegamento continuo a documenti della Chiesa, il relatore ha mostrato che un santo è tale se non scade mai. Padre Spinelli e il suo messaggio spirituale sembrano proprio andare in questa direzione!
Ascolta mons. Ennio Apeciti – prima parte
Ascolta mons. Ennio Apeciti – seconda parte
La giornata di convegno si è chiusa con la santa Messa, celebrata da mons. Ennio. Momento apice della giornata, ha coronato il tempo di studio, di incontro, di ascolto e di approfondimento che ha visto suore e laici insieme a riflettere sul dono che hanno ricevuto: il carisma dell’accesa carità non va lasciato spegnere, perché “per amore del Signore eucaristia dovete e potete amare, perché amare si può”! e Don Francesco, lungo tutte le traversie della sua vita, lo ha dimostrato!
Ascolta mons. Apeciti – omelia s. Messa
A casa madre poi, la giornata s è chiusa con la solenne inaugurazione della mostra sul Beato Francesco Spinelli. Il taglio del nastro da parte di madre Camilla ha dato avvio alle visite lungo i corridoi che, partendo dalla nascita di Francesco a Milano nel 1853, arriva al sacello dove il suo corpo splende alla venerazione. Passando dall’infanzia, dall’ordinazione, dal sogno in Santa Maria Maggiore fino alla nascita e alla vita dell’Istituto, per poi essere coronato con la beatificazione a Caravaggio.
La mostra, realizzata da alcune suore Adoratrici sotto la supervisione ricca di competenza dell’arch. Riccardo Bellati, resterà aperta al pubblico fino al termine del centenario. Un ulteriore strumento per tenere vivo il dono dell’accesa carità!