A volte ho visto alberi giovani, belli, che alzavano
i loro rami verso il cielo tendendo sempre più in alto,
e sembravano un canto di speranza. Successivamente, dopo una tempesta,
li ho trovati caduti, senza vita.
Poiché avevano poche radici, avevano disteso i loro rami senza mettere radici profonde nel terreno,
e così hanno ceduto agli assalti della natura (…)
E’ impossibile che uno cresca se non ha radici forti che aiutino a stare bene in piedi
e attaccato alla terra. È facile “volare via”
quando non si ha dove attaccarsi, dove fissarsi.
Papa Francesco in Christus vivit, n.179
Per questo, in un messaggio ai giovani riuniti a Panama lo scorso Gennaio, papa Francesco ha esortato a «farsi carico delle radici, perché dalle radici viene la forza che vi farà crescere, fiorire e fruttificare»! Ma quali radici? Quando Mosè sale sul monte a pregare mentre Israele affronta nella valle di Refidim la battaglia contro Amalek (Es 17,8-16), se tiene le braccia alzate, Israele è più forte; quando le abbassa è più forte Amalek. (…) Mosè sul monte prega mentre infuria la battaglia: le sue braccia alzate, le spade, le pietre sono una metafora, sono il simbolo della vita umana. Se poni la tua vita in rapporto con il cielo, trovi il senso e vinci. Le braccia alzate di Mosè ci dicono di vivere la terra con quella parte di cielo che la compone. Le braccia alte di Mosè dicono a chi è nella battaglia: “Il segreto della tua vita è oltre te”. L’uomo è un albero capovolto, che ha le sue radici più vere in alto, nel cielo.
Ogni uomo è così: albero con radici di cielo (“Radicati e fondati nell’amore” )!
All’ inizio di questo nuovo anno pastorale vogliamo augurarti il desiderio vivo di intraprendere il tuo cammino di crescita con la voglia di trovarne e custodirne le fondamenta!
Ti aspettiamo e contiamo sul tuo entusiasmo!
L’Equipe di Pastorale Giovanile e Vocazionale delle Suore Adoratrici
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Percorso di Formazione al Servizio per Giovani
MANI in PASTA
Durante il Sinodo dei vescovi sui giovani, è stato sottolineato che essi sono proiettati verso il futuro e affrontano la vita con energia e dinamismo, però talora tendono a dare poca attenzione alla memoria del passato, alle radici da cui provengono, in particolare dei tanti doni loro trasmessi dai genitori, dai nonni, dal bagaglio culturale della società in cui vivono. La sfida dunque è questa:
“Se camminiamo insieme, giovani e anziani, potremo essere ben radicati nel presente e, da questa posizione, frequentare il passato e il futuro” (Christus vivit, n.199).
Cogliendo la provocazione, quest’anno nei percorsi di servizio verso i più fragili, abbiamo scelto di dedicare in modo particolare uno spazio privilegiato agli anziani, il “Mani in pasta” si presenterà infatti come un laboratorio intergenerazionale perché, come ci ricorda sempre Papa Francesco, “se i giovani si radicano nei sogni degli anziani riescono a vedere il futuro, possono avere visioni che aprono loro l’orizzonte e mostrano loro nuovi cammini ” (n.193).
Percorso di Formazione al Servizio per Adolescenti
I Care
