La virtù della TEMPERANZA, incarnata e vissuta da don Francesco, ci aiuta a riscoprire una delle dimensioni più importanti della nostra vita spirituale: la necessità che tutti noi cristiani abbiamo di lottare, di essere rivestiti dell’armatura di Dio e indossare le armi della fede. Come ci invita a fare san Paolo:
Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. (Efesini 6:10-18)
Si tratta di vivere una lotta spirituale, a cui siamo tutti chiamati per estirpare da noi i residui del peccato ancora presenti e vivere sempre più da figli di Dio. Lottare contro il nostro uomo/donna vecchio/a ed egoista che è in noi e che ostacola il nostro rivelare con semplicità la verità più profonda di noi stessi. Don Francesco Spinelli ha affrontato questa lotta e tutta la sua vita ci racconta che è possibile uscirne vittoriosi. A differenza di come forse possiamo immaginare, il beato Francesco non era di natura mite, temperante, ma al contrario, leggiamo nelle testimonianze di persone che l’hanno conosciuto:
Lo stesso Servo di Dio mi disse ch’egli era di carattere ardente, come S. Francesco di Sales, e propenso a scattare…
…ma riuscì a frenarsi e ad abituarsi alla dolcezza così che sembrava l’uomo di un carattere mite. Noi qualche volta lo incitavamo a farla finita con qualche noioso; ma il Servo di Dio tutto mitezza, non solo frenava se stesso ma calmava anche noi.
Diresse il suo slancio verso lo zelo e nelle opere di carità e di culto con grande frutto suo e del prossimo”.
Il Servo di Dio era di carattere focoso, ma sapeva così bene frenarlo che chi non lo conosceva, lo credeva di indole dolcissima.
Quando scattava con qualche moto primo, il che accadeva di rado, appena si accorgeva si frenava, diventava rosso in volto e poi ci diceva: “Scusate, figlie, pregate per me che sono cattivo”. Qualche volta l’ho visto dircelo colle lacrime agli occhi.
Questo ardore di passione gli serviva meravigliosamente per le opere buone.
Unito al Signore, don Francesco ha spento la fiamma dell’ira nutrendo il cuore con la Parola e il Pane della Vita e dalle testimonianze di coloro che hanno vissuto insieme a lui conosciamo quanto si è lasciato trasfigurare diventando mite, paziente, arrendevole, pieno di misericordia. Don Francesco si è lasciato visitare dalla Grazia e lo Spirito in lui ha orientato tutto se stesso trasformandolo dal di dentro e rendendolo capace di portare frutti di amore. Lasciamoci trasfigurare anche noi dal Signore per vivere sempre più nella sua santità.
(Testimonianze tratte dalla Positio Super virtutibus vol. 1)