– 2 luglio 1928 – 2 luglio 2018-
Nello scorso fine settimana Gravedona è stata teatro della memoria di un evento che risale novant’anni fa: l’apertura, ad opera delle Suore Adoratrici della Casa Albergo Pelascini. sita nel centro storico del paese, a poche decine di metri dal lago, la casa accoglie da novant’anni anziani bisognosi di riposo, assistenza e compagnia.
I tre giorni di festa hanno visto sabato sera un concerto del Coro Nives di Premana. Il coro di montagna, attivo da più di sessant’anni, ha riempito di musica e poesia la splendida location del giardino di Casa Albergo.
Momento focale dell’evento è stata la Messa solenne celebrata domenica pomeriggio. La chiesa di San Vincenzo parata a festa, con il quadro del beato Spinelli che dominava sull’assemblea; il parroco don Claudio, commosso, ha tratteggiato la passione di questi novant’anni affondandola nell’accesa carità che animava il beato Spinelli e che continua, giorno dopo giorno, a muovere i passi e il cuore delle sue suore. E, quasi in un dialogo cuore a cuore, il parroco ha chiuso la sua omelia chiedendo a padre Spinelli: «Il Signore, che ha operato grandi cose in te, possa fare grandi cose anche in noi, attraverso di noi. Perché è solo e unicamente per Cristo, con Cristo è in Cristo che la nostra vita è davvero vita».
Lunedì 2 luglio poi, data dell’anniversario, sono stati due i momenti che hanno solennizzato la giornata. Alle 17.00 nella cappella della Casa Albergo una solenne adorazione eucaristica, preparata dal gruppo liturgico e animata dai sacerdoti, ha fatto sperimentare quanto fossero vere le parole di padre Spinelli quando, in ginocchio davanti all’Eucaristia, osava sussurrare: «Signore, qui, davanti a te, io gusto un anticipato paradiso». Che grazia averlo potuto gustare anche noi nell’incontro con Dio e con la comunità cristiana!
Alla sera poi, nel salone dell’oratorio suor Paola Rizzi ha tracciato alcune tappe significative della storia di Casa Albergo, partendo dall’arrivo delle Adoratrici a Gravedona nel 1900. La serata è stata aperta dal saluto riconoscente del parroco e da un accorato intervento del sindaco, il quale, in un breve excursus, ha illustrato la Casa Albergo come «esempio lungimirante di servizio attento e premuroso alle esigenze del nostro territorio, sorto in un’epoca in cui solo la passione e la “compassione” di uomini e donne generosi riuscivano a dare le risposte allora possibili alle necessità e alle sofferenze della popolazione». Quindi suor Paola ha raccontato questi novant’anni delle Suore: prima come infermiere a domicilio, poi addette a tempo pieno all’ospedaletto San Giuseppe; fino a quell’importante lascito di due signori benestanti e carichi di carità fraterna: Maria Moriggia e Giovanni Pelascini. Proprio nel loro palazzo di via Suganappa a Gravedona sono assistiti da una suora Adoratrice. È così grande la riconoscenza che alla morte della Signora, nel 1928, ella lascia due fabbricati per la costruzione di altrettante case di salute o di riposo. L’amore di Cristo spinge: dopo un mese, le prime signore varcano le soglie di Villa Maria Pelascini.
Un fiume di bene, di grazia, di servizio e di condivisione che ancora oggi continua a scorrere nella Casa Albergo così come all’ospedale Moriggia Pelascini, altra emanazione della carità dei due coniugi. Come chiosa, sr Paola ha riportato una testimonianza di don Innocente Cetti, vicario di Gravedona fino al 1902. Egli, narrando della sua relazione con padre Spinelli, sottolineava quanto don Francesco volesse in ogni modo «dimostrare la sua riconoscenza a Gravedona per quanto aveva fatto a favore della nuova casa e per invocare sui Gravedonesi le più elette benedizioni del Signore».