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Sabato 6 febbraio: memoria liturgica del beato Francesco Spinelli

6 febbraio 2016

Una giornata di festa condivisa con la Chiesa per sentirsi ancor più Chiesa!

Attorno a Gesù Eucarestia e al Beato F. Spinelli, oggi si è riunito “un mondo”: suore, sacerdoti, diaconi, autorità, anziani e disabili e tanti amici e conoscenti.

La giornata ha preso forza dall’Eucarestia celebrata in mattinata presso la chiesa della casa madre, da Mons. Napolioni e concelebrata da altri due vescovi emeriti: Mons. Dante Lafranconi e Mons. Martin de Elizalte, emerito di Nueve de Julio, colui che, nel 2001, ha chiamato le Suore Adoratrici ad essere presenti tra i bisogni della chiesa locale di Trenque Lauquen in Argentina.

Nel saluto iniziale, anche madre Isabella ha sottolineato come la presenza dei tre vescovi “fosse la testimonianza più grande e più autentica di comunione nella Chiesa”.

Accanto ai tre celebranti, 26 sacerdoti, la maggior parte della diocesi di Cremona, hanno mostrato, con la loro partecipazione, l’affetto per il beato F. Spinelli e l’amicizia per le suore Adoratrici.  Segno di comunione grande è stata anche la condivisione di un gruppo numeroso di Suore Sacramentine, la loro presenza rimanda al ricordo di un passato segnato dall’Accesa Carità di tante sorelle che si sono fatte grembo per i bisogni della Chiesa.

Fare casa a Cristo e con Cristo diventare casa accogliente!” ci ha infatti ricordato, durante l’omelia, il vescovo Antonio, “Cristo vive e parla nel cuore di chi si apre all’amore e sente il bisogno di lasciarsi amare per imparare ad amare, e crede che tutto gli viene dato nell’Eucaristia per tutto ridare nella carità. Noi siamo come dei canali: tutto riceviamo e tutto restituiamo”.

L’Eucarestia si è fatta poi gratitudine accompagnata dal ringraziamento finale di Mons. Napolioni: “Allora grazie, sorelle, che tenete viva non tanto la memoria, ma il dono, attingete alla sorgente, e rendete accogliente anche oggi, più che mai, questa Casa Madre, questa Casa Famiglia, diventando voi stesse, come il vostro Fondatore, casa di Dio e dei poveri. Anche nelle missioni che vi rendono presenti in paesi lontani, dove la Chiesa è giovane e ci dà tanta speranza – ha concluso –. Non fate bilanci, non guardatevi indietro se non per ringraziare, non guardare al futuro se non con l’entusiasmo credente del beato Francesco”.

Dopo il pranzo, condiviso con la comunità delle suore presso la Casa Madre, a dare un volto concreto alle parole dell’omelia, è stata la visita presso la Casa Famiglia, voluta da Padre Francesco nel 1884, che attualmente ospita circa 150 disabili e anziani e, a seguire, l’incontro con le sorelle anziane presso la casa di Santa Maria.

A Casa Famiglia, il vescovo è stato accolto dagli ospiti, operatori e volontari con quattro palloncini legati ai quali vi erano dei biglietti contenenti i tasselli per ricostruire una citazione di don Francesco particolarmente significativa per la stessa realtà: “Nei più bisognosi ravvisò Gesù Cristo!”. Questo “motto” ha subito trovato espressione in un’intensa ed inaspettata affermazione del vescovo durante la visita nelle unità abitative della casa dove, dinanzi a Piera, ospite gravemente disabile, Mons. Antonio ha esclamato “Qui ce n’è tanto di Signore!”…

A “Santa Maria”, la struttura che ospita le religiose anziane e ammalate, l’incontro è iniziato nella cappella, con la preghiera del Vespro, durante il quale Mons. Napolioni ha ringraziato la comunità delle religiose per il prezioso servizio svolto nella loro vita, nella consapevolezza che il Signore ricompenserà le loro fatiche in una misura più grande di quanto loro hanno potuto donare. La giornata si è conclusa con il dono di una benedizione speciale alle sorelle allettate più gravi: il segno della croce sulla fronte a confermare la certezza di una compagnia, quella di Gesù crocifisso e risorto che rimane in noi e con noi per abitare la nostra vita e farla più sua, trasfigurandola nell’Amore.

Davvero oggi ci ha visitate il Signore in un modo tutto speciale – ha affermato suor Ivana, la superiora della casa- Attraverso il nostro vescovo il suo sguardo ha incontrato i nostri occhi, la sua mano ha accarezzato i nostri volti e ha riempito di gioia il cuore. Siamo state raggiunte, “toccate dalla grazia”, direbbe il beato Francesco, perché il Signore ci ha fatto visita, prendendosi cura di noi con la tenerezza del pastore che solleva sulle spalle la pecora più malata e affaticata… sì proprio noi! La più anziana… che fatica a camminare, che zoppica, che non vede, che dimentica la strada e non sente più bene la voce del pastore”.

La celebrazione

Leggi il discorso di Madre Isabella

La visita alla Comunità Santa Maria

 

Leggi l'Omelia del Vescovo Antonio durante i vespri
La visita a Casa Famiglia
Il piccolo intervento del vescovo Antonio Napolioni durante la visita a Casa Famiglia:

“Motore vero della missione siete voi, persone più vicine a Cristo crocifisso e risorto! E voi, cari giovani, siete i giovani più furbi della diocesi perché avete capito che qui ricevete, ben sapete più di quanto date, e diventate più belli di quello che già siete. Guardateli questi ragazzi!… è anche vero che qui ci sono delle suore stupende! E come fanno ad essere così stupende? Non hanno messo su nessun istituto di bellezza! Hanno scoperto la grande bellezza! Cristo crocifisso perché ci affascina? Perché ci affascina uno morto e nudo sulla croce se non perché è fonte d’amore? Allora io vengo, bevo, mi disseto e divento più sereno. Mi ricordo che, quando andavo qualche volta il sabato alla “Grotta rossa” da don Benzi, alla messa del sabato sera, in quella chiesa correva di tutto – non ve lo potete immaginare- : carrozzine, chi urlava, strepitava, i bambini, chi senza famiglia e le famiglie senza bambini, i “rottami”, gli “scarti” qualcuno diceva…e invece lì c’era il Regno di Dio palpabile più che in ogni altra parte del mondo. E allora, grazie Signore perché misteriosamente rendi bella la vita di questi fratelli e sorelle che soffrono e ancor più bella la vita di coloro che condividono. Questa è la bellezza!

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