Anche quest’anno si sono svolti a Brescia i giorni della nostra formazione di Istituto, che ha visto riunite insieme tante suore attorno al tema della comunione sviluppato da Don Giuseppe Forlai.
Sin da subito siamo state aiutate a sfatare il mito di una comunione fatta di sforzi e buonismo, il cui unico fine sarebbe l’andare d’accordo o il rendere pacifica la nostra vita fraterna. La comunione invece, non corrisponde né alla comunità, né alla vita fraterna, ma è il dono con cui siamo resi partecipi della vita divina. Vero protagonista della comunione è lo Spirito Santo. Esso agisce nella nostra solitudine – fonte della comunione – e ci restituisce alla comunità – scopo della comunione.
Spesso pensiamo di essere noi protagonisti della comunione e ci sentiamo chiamati a costruirla con le nostre forze. A furia di preoccuparci di far andare bene le relazioni tra di noi, però, fuggiamo la solitudine, custode della relazione con il Padre da cui poi scaturisce il benessere di tutte le altre relazioni. Quando in comunità qualcosa non va, non è un problema di comunione, ma di fede. Che bisogna fare per vivere la comunione allora? Niente! Bisogna prendere coscienza di questo dono e credere… É questione di fede! L’uomo è infallibilmente abitato dallo Spirito Santo e il maligno cerca di non metterci in contatto con questa Verità Viva che ci abita, attraverso “tre giganti” che insidiano il nostro cuore:
- – l’ignoranza dimentica la profondità del quotidiano
- – l’oblio dimentica la signoria di Dio nel tempo
- – la negligenza disprezza il valore delle cose piccole
Questa riflessione intensa sulla comunione ha preso corpo e vita nella testimonianza delle nostre prime suore missionarie in Albania: c’è tanta santità custodita nel nostro archivio storico e ci sono volti, nomi, storie che davvero hanno fatto della fede il solo motore della loro vita e il centro di gravità al quale tenersi strette come sorelle, nella buona e nella cattiva sorte.Queste sorelle, insieme a tutte quelle che ci hanno preceduto e ora vivono la comunione in pienezza, facciano “il tifo” per noi in questa grande corsa che stiamo vivendo: anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede (Eb 12,1).