Chi di noi ha letto la biografia di Francesco Spinelli, non può non ricordare, con un po’ di commozione, il racconto di quel piccolo bambino, ospite presso la casa di zia Giovanna a Verdello, paese dei suoi genitori. La mattina egli, ancora troppo piccolo, si appoggiava, in punta di piedi, alla balaustra della vicina chiesa parrocchiale, per sbirciare le donne che, alla prima messa, si accostavano a ricevere la comunione. Proprio accanto a quelle balaustre, nella mattina del 9 febbraio 2020 è stata posta una statua di colui che era bambino e che oggi è divenuto san Francesco Spinelli.Un don Francesco seduto, in mano il libro della Parola, è l’opera d’arte realizzata dallo scultore bergamasco Pierantonio Cavagna e fusa in bronzo presso la fonderia cremasca Allanconi. Quel prete, nato da genitori verdellesi nel 1853, oggi torna al paese delle sue origini e la statua che lo raffigura sarà posta in una delle cappelle laterali della chiesa parrocchiale, accanto alla statua di Giovanni XXIII, altro santo bergamasco, altro sacerdote che ha fatto la gloria di questa diocesi.
Ha celebrato la santa messa e poi benedetto la statua don Ezio Bolis. Nell’omelia ha invitato i presenti a non abituarsi all’idea di avere un santo cresciuto proprio in questo paese, in questa chiesa. E la santità viene presentata come la luce che ci fa risplendere per essere fari che rischiarano, che danno esempio, che indicano il cammino. Tre le lezioni che san Francesco affida ai suoi compaesani attraverso don Ezio: imparare dalla luna a lasciarsi illuminare dal sole, cioè stare alla luce di Cristo per esserne sempre nuovamente illuminati; mettersi sempre dalla parte di chi ha bisogno, di chi è povero, di chi è visto come scarto e per loro rimboccarsi le maniche e spalancare il cuore. E la terza lezione è quella del perdono, che mette sale, che guarisce le ferite e disinfetta lì dove c’è il male.
Dopo la messa a cui hanno partecipato anche le Suore Adoratrici e le Suore Sacramentine… foto di rito, pranzo insieme e tanta gratitudine al Signore e alla famiglia di Giuseppe Spinelli, che ha offerto la statua come realizzazione di un grande desiderio del papà! Discendenti di un cugino di Francesco, gli Spinelli di Verdello continuano a tenere viva la memoria, la devozione e a raccogliere l’eredità di vita santa che il loro avo ha consegnato, onore e onere di chi vanta nel suo albero genealogico un certo Francesco Giovanni Idelfonso Spinelli, oggi san Francesco Spinelli.