“La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune”
[Lett. enc. Laudato Si’ (25 maggio 2015), 13]
Sono passati cinque anni da quando Papa Francesco ha consegnato queste parole “a ogni persona che abita questo pianeta” e ad ascoltarle oggi ci si rende conto di come il tempo trascorso non abbia diminuito la loro forza. Anzi. Il grido della terra e dei poveri sembra farsi giorno dopo giorno più forte e la necessità di un cambiamento impellente.
È lo stesso Papa Francesco ad avere indetto – al termine del Regina Caeli del 24 maggio 2020 – un Anno speciale di anniversario della Laudato si’, per riflettere sull’Enciclica: “Invito tutte le persone di buona volontà ad aderire, per prendere cura della nostra casa comune e dei nostri fratelli e sorelle più fragili”.
Anche noi abbiamo provato ad accogliere questo invito e lo abbiamo fatto attraverso le proposte giovani di questo nuovo anno pastorale. “Abbiamo una casa\cosa in comune” e vogliamo fermarci a contemplare la bellezza di questo dono, scoprire vie di bene per curare le sue ferite, imparare ad abitarla da figli.
Ci mettiamo in cammino allora, più leggeri ed essenziali che mai, consapevoli che la pandemia in corso potrebbe obbligarci a sostare, cambiare rotta, aprire nuove vie per camminare insieme.
Lo facciamo dietro a Maria, Madre di ogni vocazione, sotto la cui protezione, fiduciosi, ci rifugiamo.