Questa notte nella Comunità San Francesco, a Marzalengo è un Natale anticipato.
C’è una mamma in attesa, agli ultimissimi giorni di gravidanza, e un bambino che non vuole più aspettare. Nel cuore della notte, in pochi minuti, il piccolino è venuto al mondo. Intorno a lui, incredule e piene di emozione, la sua mamma, le altre ragazze della comunità e le nostre tre suore: suor Virginia, suor Mara e suor Chiara.
Suor Chiara ci racconta ancora emozionata ciò che hanno vissuto.
“Continuo a ripetere la parola incredibile!
Uno stato di adrenalina potente nel cuore.
L’evento di questa notte mi fa vibrare il cuore per tantissimi doni.
Il Signore viene nel cuore della notte per farci dei doni incredibili ed è proprio vero che quando arriva non puoi non essere pronto. Non puoi non esserlo! Ti fa un dono e tu anche se non sai di essere pronto, in realtà lo sei.
La vita, l’amore ha una forza incredibile perché va oltre le paure, oltre le nostre incapacità, va oltre le situazioni che non sembrano giuste.
Quel bambino voleva vivere ed è stato veramente un miracolo perché nessuna di noi è ostetrica, nessuna di noi sapeva cosa fare. Abbiamo fatto quello che potevamo!
Penso poi al dono della comunione che ho visto in questa sorprendente nascita. Questa ragazza aveva paura di partorire da sola in ospedale e invece ha partorito circondata dalle ragazze che le sono state più vicine, le sue meravigliose compagne di stanza, e da noi tre suore.
La sua camera è diventata una piccola sala parto, una piccola grotta di Betlemme ed è stata per noi la Notte di Natale. Mentre aspettavamo l’ambulanza eravamo lì a contemplare questa vita meravigliosa e nulla ci sembrava vero.
Questo bambino è proprio nato per farsi amare!
E’ stato incredibile vedere l’amore con cui in questi ultimi giorni di attesa, le compagne di stanza sono state vicine a questa mamma: preparavano le sue cose, la aiutavano in tutto, annotavano le contrazioni, la sostenevano. Non è scontata una relazione così bella e vera.
Ho proprio sperimentato cosa vuol dire “la vita tra le mani”. Concretamente avevamo questo bambino nato tra le nostre mani e poi perché il Signore davvero ci mette nelle mani la nostra vita come dono che non possiamo sprecare.
Eravamo così in sintonia tra noi che ognuno faceva il suo: chi era lì con lei, chi le diceva di spingere, chi ha preso il bambino, chi l’ha fatto respirare, chi chiama. Ognuno faceva il suo senza agitazione, nel silenzio, con una armonia incredibile. Questa armonia con chi era lì in quel corridoio, che chiameremo “il corridoio della vita tra le mani” ha creato un legame incredibile”.