6 febbraio: festa liturgica di San Francesco Spinelli. Per le Adoratrici, ma per tutta la Chiesa, non è solo una data sul calendario, ma la possibilità di rinnovare il cammino di santità e di adesione a Cristo. Anche quest’anno, seppur in forma più sobria per le normative vigenti, padre Spinelli è stato venerato con l’affetto e la devozione di chi lo sente padre, fratello nella fede, compagno di viaggio.
La festa liturgica è stata preparata da un triduo che ha visto mercoledì 3 febbraio una giornata di preghiera e offerta particolare per tutti sacerdoti; giovedì 4 la giornata mariana, culminata nel rosario meditato, e venerdì 5 la giornata eucaristica, culminata sul tempo di adorazione condiviso nella basilica di Rivolta d’Adda con tutta la comunità.
Il giorno della solennità di san Francesco, sabato 6 febbraio, ancora una volta la festa ha preso i colori della Basilica di Rivolta d’Adda e dei volti dei suoi abitanti. E le Suore Adoratrici, in festa per la memoria del “loro” padre Francesco, lì, per celebrare in comunione con tutte le sorelle sparse per il mondo nelle varie comunità, lì, per nutrirsi della Parola, del Pane della Vita e della santità di san Francesco. Don Michele Martinelli, vicario di Rivolta, nell’omelia ha condotto i presenti sotto quella ginestra che fa spazio a un Elia preso dallo sconforto, dalla paura di aver fallito tutto, fino a preferire la morte. Luogo in cui c’è però un Dio che «rallenta il passo, salvando e saziando, perché si possa riprendere forza». Una tenerezza così porta a credere che allora «sbaglieremmo profondamente se gettassimo la spugna; anzi tutto questo fa nascere in noi il desiderio di riconsegnarci a Colui che ci salva e ci sazia. Il profumo della ginestra che fece ombra a Elia si combina con il profumo della santità di don Francesco». La ginestra è il fiore capace di profumare e resistere nel deserto: questa bellissima immagine «ci invita a non dimenticare mai che la vita di tutti è bella e credibile quando lotta per vivere di più, come la ginestra nel deserto. La vera bellezza nasce dai limiti, sempre, e di questa bellezza possiamo pensare che anche lo sposo resti incantato».
Il pomeriggio ha visto raccogliersi tutte le sorelle delle comunità sparse in Italia, America Latina e Africa attorno a padre Spinelli in un incontro formativo con a tema il rapporto tra san Giuseppe e san Francesco. Alla vigilia dell’anno di san Giuseppe indetto da papa Francesco, suor Paola Rizzi, archivista, ha presentato i due santi come facce di un unico diamante, come rivelatori di un unico mistero. Sì, perché i santi si rincorrono, si richiamano, si assomigliano. Diversi gli aspetti presentati che legano i due santi, entrambi chiamati ad amare “con cuore di padre” e per questo da invocare e pregare con cuore di figli.
In serata la comunità di Casa Madre si è raccolta ancora in adorazione, questa volta per affidare in particolare all’intercessione di san Francesco Silvia e Valentina, alla vigilia della loro prima professione sui passi della santità di padre Francesco. Sui passi di Dio, da adorare, servire, amare. Fino alla fine.