Alla vigilia di questa domenica, nella nostra “Casa di Nazareth” a Como, ormai casa di tanti e casa di tutti, la Caritas Diocesana ha festeggiato insieme al vescovo Oscar Cantoni e alla comunità cittadina l’inaugurazione e la benedizione della nuova mensa a servizio dei casi di grave marginalità del paese, già attiva da gennaio. Un servizio che, nella convivialità di quanti arrivano, gode della convivialità dei desideri di tanti: singoli, associazioni e comunità religiose. Convivialità sì, e non condivisione, perché, come detto nella cerimonia, la convivialità è molto di più: è un sedersi e condividere l’essenziale, i bisogni, le necessità attorno ad una tavola dove le differenze non creano diversità ma comunione, unione. Che firma porta la carità? Il Vangelo, come suggerito dal Vescovo Oscar, ci aiuta a fare un esame di coscienza per non cedere alla tentazione di sentirci i primi nella carità, perché questa è sempre un dono di Dio. Così, inaugurato lo spazio, sono stati “mandati” con la celebrazione Eucaristica quanti per vocazione scelgono di donarsi e dedicarsi con la loro vita ai bisogni del tempo. E allora, con questa carità, tutta di Dio, vogliamo affidare i nostri desideri di bene ai tanti santi della carità che hanno operato in questa terra di Como e, in particolare, a don Roberto, che ci ha lasciato con la sua vita la misura della carità: amare senza misura.
All’incontro di Casa Nazareth è stata inoltre presentata l’opera “Immagina”, il bellissimo dipinto realizzato da alcuni ospiti della mensa di solidarietà. Il quadro, esposto nella prima sala adibita a self service, vuole rappresentare un momento di solidarietà e condivisione tra le donne e gli uomini della Terra, senza distinzione di etnia, età e di genere. Alla tavola apparecchiata sono raffigurati gli stessi artisti che hanno dipinto con maestria la splendida opera.
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