Pasqua settimanale e giornata per la vita: un intreccio suggestivo di ricorrenze quest’anno si è accavallato su domenica 6 febbraio, per le suore Adoratrici solennità di san Francesco Spinelli. E quale migliore prospettiva per fare memoria della santità del nostro fondatore, imitatore di Cristo nella Sua Pasqua e acceso di quella carità attenta a custodire ogni vita, a partire da quelle più “scartate”?
La festa del santo è cominciata in Casa Madre nei giorni precedenti, con la celebrazione penitenziale di martedì; mercoledì 2 febbraio un altro intreccio nei festeggiamenti: la festa della Presentazione, giornata della vita consacrata, in cui suor Emilia Martelli e suor Silvina Ruggeri hanno festeggiato i loro 50 esimo e 60 esimo anniversari di professione religiosa nella Cattedrale di Cremona. Attraverso la preghiera a Maria, prima Adoratrice del Verbo, siamo quindi entrate giovedì nel “triduo” del santo; ma è stato sabato, davanti all’Eucaristia, imitando l’esempio di padre Francesco, che le celebrazioni hanno aperto le braccia alla comunità ecclesiale. Dapprima, nel pomeriggio, con la visita e il momento di adorazione desiderato da una folta delegazione delle suore Sacramentine di Bergamo: insieme alle giovani dell’istituto e al Consiglio delle Adoratrici si sono intrattenute davanti a Gesù ringraziando per il dono del Carisma del santo, ereditato dalla nostra congregazione ma che custodisce le radici anche dell’istituto fondato da santa Gertrude Comensoli. Un momento di silenziosa commozione, nella memoria del passato e nel desiderio di futuro: due capi annodati dalla gratitudine per i doni trasmessi dai due fondatori santi. In serata, anche la comunità di Rivolta si è riunita attorno all’Eucaristia per un’adorazione comunitaria in preparazione alla Solennità.
Domenica 6 febbario, con le lodi cantate dalle comunità rivoltane riunite per l’occasione, e con la commemorazione del transito di don Francesco davanti al sacello, è esplosa la festa; festa che è culminata, nel pomeriggio di domenica, con la celebrazione dei vespri in Casa Madre, presieduti dal vescovo Antonio, in cui suor Valentina e suor Silvia hanno rinnovato i loro voti di appartenenza al Signore nelle mani di Madre Isabella. Il vescovo ha augurato a loro e alle suore adoratrici di essere come perle preziose incastonate nel garbuglio della nostra epoca: un groviglio caotico e che spesso può far sembrare impossibile la Bellezza, può allontanare la Verità, può far risuonare “in tono minore” le preoccupazioni dell’apostolo Pietro: “Chi potrà farvi del male, se sarete ferventi nel bene? Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (Prima lettera di Pietro, dalla liturgia propria dei Vespri).
La figura di Pietro ha contraddistinto anche la successiva Celebrazione Eucaristica, per una fortunata coincidenza incentrata sul Vangelo della chiamata dell’apostolo nel contesto della “pesca miracolosa”. Don Dennis, parroco di Rivolta, non ha mancato di rilevare con gratitudine come anche nella vita del fondatore si sia realizzata un’apparente pesca infruttuosa, quella nella Diocesi di Bergamo, a cui ha fatto però seguito il miracolo di una nuova chiamata e di una vita da “pescatore di uomini” in terra cremonese, grazie anche (come sottolineato da mons. Napolioni nell’omelia) allo spirito dì intraprendenza di padre Spinelli – un’intraprendenza in ambito spirituale, con la “sfacciataggine” di conversare con Gesù cuore a cuore; in ambito caritativo, con la tensione verso l’accoglienza degli scartati della società; in ambito vocazionale, con il sogno di santa Maria Maggiore a prendere vita e a continuare vivacemente ancora oggi, in piena crisi vocazionale e religiosa.
Una festa che ha riunito tante intenzioni di preghiera e motivi di gratitudine, nel segno di una santità gioiosa e viva, splendente nei sorrisi delle due giovani sorelle nuovamente in cammino sui passi di san Francesco Spinelli per continuare a rispondere alla chiamata di sempre: “Prendi il largo e getta le reti”.