Alla capanna di Betlemme si partecipa alla “manifestazione dei misteri più sublimi e salutari”, quelli dell’incarnazione, della redenzione e della presenza sacramentale di Gesù tra i suoi.
Le Adoratrici trovano il loro atto di nascita, proprio davanti al mistero dell’incarnazione ricordato dalle reliquie della culla di Betlemme nella chiesa di S. Maria Maggiore in Roma. Nel mistero dell’incarnazione Don Francesco vede la sintesi del mistero d’amore “di Dio che così volle nascere perché volle essere amato”; vi coglie il mistero del dono della vita divina e ne rimane affascinato, al punto da dar vita ad un Istituto che pone al centro della sua spiritualità la contemplazione del mistero dell’Amore di Dio, iniziato nell’incarnazione e continuato nell’Eucaristia. Il Gesù di Betlemme è già il Gesù del Calvario ed è lo stesso che sull’altare del mondo ripresenta continuamente il suo sì al padre per la salvezza del mondo. Mediante l’Adorazione il nostro essere è proiettato nella contemplazione del Mistero della Redenzione, che nell’Eucaristia ha il suo “fonte e culmine”. Nella celebrazione ed adorazione eucaristica all’uomo è offerta la possibilità di innalzare il suo sacrificio di lode al Padre tramite il Figlio nello Spirito.È la vita dell’Adoratrice, la vita di ogni credente che, nel partecipare al mistero di amore di Dio per noi, è trasformata in amore donato fino alla fine per la vita del mondo.