Festa di s. Tommaso. Il Capitolo si lascia “provocare” dalla incredulità dell’apostolo. Un esempio, per tutti noi cercatori di Dio. Un esempio per tutti noi che di fede a volte ne abbiamo troppo poca. Un esempio per noi Adoratrici, chiamate per vocazione a sussurrare il nostro “Mio Signore e mio Dio” nell’adorazione di ogni giorno. Un’esclamazione che va oltre le parole, per raggiungere la Ferita del costato, un’impronta che, nel rivelare un Amore infinito e folle, dona a noi la possibilità per noi entrare in questo Amore. Sì, perché entrare nell’impronta dell’umanità ferita di Cristo permette di sfiorare il Mistero. E lascia un’impronta indelebile nel nostro cuore.
Adorazione e lavoro sodo hanno dettato il ritmo anche di questa giornata, che già vede brillare le luci del Giorno del Signore.
E in questa notte le capitolari si alternano in preghiera: per tutta la notte il SS. Sacramento esposto sarà oggetto di adorazione, per implorare sul mondo Grazia e Vita e per continuare a sfiorare il Mistero, perché lasci in noi la Sua impronta. Indelebile.