Il logo del XVIII Capitolo Generale Ordinario desidera mettere al centro l’uomo attraverso la grande misericordia del Padre.
Spesso noi ci limitiamo a leggere la nostra vita, la quotidianità e i fatti di ogni giorno a partire dalla nostra fragilità, dimenticandoci che lo Spirito di Dio abita in noi grazie al Sacramento del Battesimo.
Ogni fragilità è custodita e amata dal Padre attraverso il Figlio e chiamata a riempirsi dello stesso amore grande che trasforma la morte in vita, il pane nel Corpo di Cristo, il peccatore nel figlio amato.
Le mani, di colore leggermente diverso, sono la mano del Padre che ama tramite il Figlio per mezzo dello Spirito – mano arancione scuro, arancione chiaro e primo cerchio esterno che racchiude e contiene tutto.
Il vaso rotto è la nostra fragilità, che amata, si colora di rosso come la ferita del costato di Cristo che si lascia ferire per noi, per amarci fino alla fine (Gv 13,1).
Questa ferita per amore si trova sul vaso, perché in noi, in virtù del Battesimo, c’è lo Spirito di Dio e viviamo quindi in questa relazione trinitaria – sempre il cerchio più esterno.
Le due mani sostengono il vaso, ma anche un cerchio più chiaro spezzato, simbolo dell’Eucarestia, corpo di Cristo donato e spezzato per noi nella mensa eucaristica che dona forza all’uomo e lo rende sempre più simile a Lui.
Chi mangia Cristo, cioè crede in Lui e si nutre di Lui, vivrà mediante la vita che riceve da Lui (Gv 6,57).